TRANSITION TOWN - CITTA’ IN TRANSIZIONE - LA TRANSIZIONE INTERI0RE

Nelle società industriali urbane la malattia si manifesta sotto forme che riflettono questo ambiente. Molte di queste malattie nascono dallo stress, vi sono validi motivi per supporre che esista un legame tra la nostra volontà di progresso esterno e la tristezza , inquietudine, mancanza di soddisfazione della società moderna. VENERABILE DALAI LAMA

Cos’è la Transizione

Dal sito uffiicale della Transizione in Italia-

La Transizione è un movimento culturale impegnato nel traghettare la nostra società industrializzata dall’attuale modello economico profondamente basato su una vasta disponibilità di petrolio a basso costo e sulla logica di consumo delle risorse a un nuovo modello sostenibile non dipendente dal petrolio e caratterizzato da un alto livello di resilienza. E’ nato in Inghilterra nel 2006 dalle intuizioni e dal lavoro di Rob Hopkins. Da un paio di anni sta penetrando in Italia con un buon successo.

Bologna Città di Transizione, è il primo esperimento in Italia di C.a.t. ovvero, Coordinamento di Avviamento Temporaneo, è una bella esperienza partecipare ai gruppi di lavoro, in particolare ho elaborato alcune considerazioni relativamente alla tematica della: TRANSIZIONE INTERIORE

LA TRANSIZIONE INTERIORE SECONDO ME E’ UN PERCORSO: UN SUSSEGUIRSI DI CONSIDERAZIONI CHE PORTANO AD UNO STATO DI RICETTIVITA’ LA MENTE CHE SI PREDISPONE A VEDERE I CAMBIAMENTI, AD ACCETTARLI E AD AGIRE DI COSEGUENZA, METTENDO IN ATTO UNA SERIE DI AZIONI BASATE SUL BINOMIO CONFRONTO-CONDIVISIONE . PARTO DAL PRESUPPOSTO CHE LA PROTAGONISTA PRINCIPALE DEI CAMBIAMENTI E’ LA NOSTRA MENTE.

La premessa di queste considerazioni si basa sui tre fattori fondamentali enunciati dalla Filosofia della “Transition Town” DI Rob Hopkins: -IL PEAK OF OIL al quale è legato l’aumento, già in atto, dei costi di produzione e di conseguenza, il radicale cambiamento dello stile di vita di tipo “consumistico-inconsapevole” che ha contraddistinto la società industriale occidentale europea negli ultimi 60 anni.
 I CAMBIAMENTI CLIMATICI: che aumenteranno ancora di più i disagi. Tutto ciò metterà alla prova la RESILIENZA delle comunità e cioè la capacità del sistema e dei singoli individui di resistere e mantenere un equilibrio di funzionamento. L’ ipotesi è quindi che la capacità di vedere i cambiamenti in atto e di elaborare soluzioni sinergicamente nella società dipende principalmente dalla predisposizione individuale al cambiamento e quindi dalla nostra mente. Intendendo la mente come un complesso di fattori razionali ed emotivi, è dalla flessibilità di questa che dipenderà la personale attitudine e reattività . Volendo usare un linguaggio comune alla TT mi riferirò alla PERMACOLTURA intesa come un procedimento volto a creare un insediamento sostenibile e stabile in una comunità resiliente ai cambiamenti. ISPIRANDOCI ALLA NATURA COME GRANDE MAESTRA DI VITA , lavorare sulla MENTE vuol dire anche ispirarsi ad essa ed in primis (cito Manuale a pag 160) esercitando la nostra capacità di: OSSERVARE E INTERAGIRE : la capacità di osservazione è una cosa che molti di noi hanno innato e si può incentivare, un’attenta osservazione del posto in cui siamo dovrebbe essere alla base di ogni azione che intraprendiamo. Una consapevole osservazione porterà alla elaborazione di buone soluzioni in tutti i campi-Il primo passo utile è educare all’osservazione.(dal I PRINCIPI DI PERMACOLTURA DI DAVID HOLMGREN) pag 160 manuale) Attingendo da questo principio della permacoltura e riportandolo nel nostro contesto urbano descriverò una serie di azioni che possono sollecitare la mente positivamente all’osservazione e alla interazione predisponendola al cambiamento.

Descriverò tre progetti che hanno fatto parte del mio percorso di Transizione Interiore e dei quali sono diventata consapevole solo nel tempo, tutti possono attuarli:

a) I LUOGHI DELLA TRANSIZIONE INTERIORE

b) LA MAPPA FIORITA

c) BOLOGNA….DENTRO

I LUOGHI DELLA TRANSIZIONE INTERIORE

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Piazzale Carducci la statua del poeta
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albero amico giardini Margherita

Ci sono luoghi a Bologna che mi hanno sempre dato un senso di tranquillità, frequentarli nel tempo è diventata un’abitudine, parte del mio stile di vita, ne cito tre ai quali sono particolarmente affezionata: I Giardini Margherita, P.le Carducci e il retro della chiesa di San Domenico.

In particolare “L’albero amico” è il principale richiamo nelle mie visite ai Giardini Margherita ad esso è legata una lunga serie di pensieri e considerazioni che portano ad una trattazione più “sottile” ma al momento ci porterebbe troppo in là.. Mi limiterò a dire che tutti sappiamo che gli ambienti naturali creano benessere e contrastano lo stress, in modo più specifico se ne parla anche un’esperienza condotta recentemente dall’Università di Sheffield (Regno Unito), nell’ambito di un contesto riconosciuto dalla Medicina convenzionale, qui hanno studiato l’impatto sul cervello umano degli ambienti circostanti. Secondo questo studio gli ambienti naturali favorirebbero la connessione delle diverse aree del cervello provocando una percezione positiva. Quelli artificiali, al contrario, tenderebbero a separarle e l’effetto sarebbe l’opposto. Gli scienziati hanno analizzato le onde cerebrali dei volontari di fronte a due immagini diverse: la prima mostrava onde che si infrangevano sugli scogli, la seconda il traffico di un’autostrada. Le musiche che accompagnavano le immagini erano molto simili, eppure solo le immagini del mare davano tranquillità mentre l’autostrada infondeva agitazione e timore. La tesi finale è che Le persone percepiscono quindi la natura come fonte di tranquillità e la scienza conferma il meccanismo cerebrale

LA MAPPA FIORITA

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Glicine di Via Gandino

Di mappe delle città e di Bologna ce ne sono tante: archeologiche , storiche, gastronomiche, a me piacerebbe realizzare una “mappa fiorita” Bologna da marzo è un susseguirsi di toni colorati dati dalle fioriture che si susseguono: dai Prunus delle alberature cittadine ai bianchi candidi e rosa pallidi delle Magnolie, al viola intenso dei Siliquastrum (albero di Giuda), a quello più delicato dei Glicini, ai gialli delle forsitzie e dei maggiociondolo. Ognuno di noi può realizzare un progetto di “ mappa fiorita” osservando, apprezzando e trattenendo le emozioni che vengono da queste fioriture.

BOLOGNA….DENTRO

Bologna dentro…. parla dei Cortili interni di Bologna. Ce ne sono tanti, impressionano l’occhio come brevi flash scattati negli androni bui. Il colore dominante è il verde, tenero o intenso che lascia presagire la frescura di alberi secolari le cui chiome adornano gli alti muri e conservano memorie antiche. Ogni città, ogni paese e quartiere ha angoli che possono lasciare un’impronta … dentro di noi. La città è fatta di luoghi, immagini, frequentazioni che inducono rilassamento predisponendo la mente, nella quotidianità, ad una maggiore pace e flessibilità. Sono facili da trovare, gratuiti a km 0 ….sono o non sono in linea con la Transition Town??

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Cortile interno di un Palazzo storico di Bologna

GLORIA SAVIGNI BOLOGNA 9 MARZO 2011

NOTE BIBLIOGRAFICHE
  www.percorsiverdi.org di Gloria Savigni
  Manuale della Transizione di ROB HOPKINS

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